Observatory

belvedere home observatory

Il piccolo osservatorio casalingo Belvedere sorge nelle campagne aretine, nel terreno di proprietà a circa 120 metri da casa, in località Gello Belvedere, da qui il nome dell’osservatorio. Ci troviamo ad un’altezza di circa 530m s.l.m. quota sufficiente a restare al di sopra delle nebbie che avvolgono le vallate e meno affetta da umidità. La città di Arezzo posta in direzione Sud-Ovest rende il cielo in questa direzione inquinato, con un sqm di circa 20,30 misurato a 45° di altezza sull’orizzonte. Il cielo migliora progressivamente fino ad arrivare ad un sqm di 20,80/20,90 in direzione Nord ed in direzione Est. Nei mesi invernali può capitare che la nebbia copra le luci cittadine come una vera e propria coperta, così da regalare delle serate dal cielo eccezionale.

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LA STORIA

L’idea di costruire una postazione fissa è nata nel momento stesso in cui ho scoperto il mondo dell’astrofotografia. Mi sono addentrato in questo mondo nel 2015 con l’iscrizione al Nuovo Gruppo Astrofili Arezzo dove ho imparato a coniugare le due mie vecchie passioni di Fotografia ed Astronomia. Fin da subito mi sono reso conto della grande fortuna che ho vivendo in campagna, sotto cieli buoni, e con molto terreno di proprietà attorno. Ma la postazione fissa restava solo un sogno,  al tempo le uniche cose che volevo costruire erano solide basi, teoriche e pratiche, di astrofotografia. Così ho passato il mio primo anno itinerante tra il giardino di casa e le montagne vicine della provincia. Nello stesso periodo l’amico/maestro Lorenzo Sestini aveva portato a termine la costruzione del suo Nina Observatory, dandomi modo di studiarne il progetto e osservarne i vantaggi. Avevo il cielo, avevo il posto ed avevo un esempio, così nel 2016, appena arrivò la bella stagione, iniziarono i lavori.

LA COSTRUZIONE

La costruzione è stata fatta in più fasi, senza fretta, senza date di scadenza. Il primo atto fu la scelta del luogo. Avere molto terreno a disposizione è di certo un vantaggio, ma la varietà di posti rendeva la scelta difficile. Vivendo in campagna circondato dal bosco mi trovavo in molti punti con l’orizzonte coperto dagli alberi, inoltre dovevo anche trovare un posto non troppo lontano dai punti di attacco alle rete elettrica. Alla fine il giusto compromesso è stato trovato al confine tra i miei olivi ed il bosco, dove l’orizzonte è coperto fino a 27° a Nord e libero nelle altre direzioni. Trovato il posto proseguì istallandovi una robusta colonna costruita da un amico di famiglia, protetta e coperta con una costruzione fatta in legno. La stesura del filo elettrico è stata forse la fase più dura della costruzione, mi sono trovato a scavare, con solo un piccone e le mie mani, per circa 30 metri in un terreno molto duro e roccioso per poter interrare i cavi.

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Inizialmente mi fermai qui, andando ad installare la montatura e ottenendo alcune prime immagini da questa mia postazione fissa. Ma in poco tempo ebbi la necessità di recintare il tutto per tenere gli strumenti, in particolare i cavi interrati, lontani dagli animali del bosco, su tutti i cinghiali. A quel punto decisi di coinvolgere nel progetto l’amico Mauro Cantini che vivendo in città non si è lasciato perdere l’opportunità di usufruire di una piazzola tutta sua. Così realizzammo un terrapieno accanto alla mia postazione nel quale Mauro ha fissato un treppiede pronto all’uso, dotato di un accesso alla rete elettrica dedicato, e recintato assieme alla mia postazione. In estate 2016 le due postazioni erano perfettamente funzionanti e pronte. Mancava ancora però un elemento fondamentale per ogni  osservatorio: la remotizzazione.

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Per evitare di trascorrere un altro inverno al freddo, o chiusi in macchina, proposi a Mauro l’acquisto di una casetta in legno da costruire a lato delle postazioni da usare come “base di comando”. In poco tempo la casetta fu costruita, dotata di impianto elettrico e riscaldamento e resa operativa già in autunno, ben prima del grande gelo. Dall’interno, tramite i nostri pc, avevamo il pieno controllo degli strumenti esterni. Come ultimo atto della costruzione ho trasmesso fino all’osservatorio una rete WiFi con la quale posso controllare la mia sessione fotografica comodamente da casa nelle serate in cui sono solo, pur continuando a preferire una serata sotto le stelle in compagnia, anche a costo di un raffreddore. Ovviamente vi è stata installata una rete di telecamere di sicurezza.

 

Attualmente in osservatorio è operativa una montatura Skywatcher HEQ5 PRO, con telescopio Skywatcher 80ED e ccd SBIG st-f 8300 mono con ruota e set filtri Lrgb Ha O3 S2. Tutte le fasi di acquisizione sono controllate dal software Sequence Generator Pro il quale gestisce anche le varie periferiche.

 

Tutte le immagini nella Gallery ottenute dall’osservatorio sono riconoscibili dal Logo BHO

 

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