About Me

Tommaso Rubechi, aretino classe 1991. Ho avuto la grande fortuna di crescere in piena campagna, lontano dalle luci cittadine, subendo fin da piccolo il fascino del cielo stellato. Il primo telescopio arriva come regalo quando avevo appena 6 anni, usato poche volte e male in compagnia del nonno. Sempre nell’infanzia, passeggiando nei lungomari della riviera romagnola, mi sono illuso di poter spiegare la natura dei crateri lunari a tre signori che osservavano il nostro satellite con un rifrattore, i quali divertiti hanno finito per assecondarmi. Da sempre attratto dai documentari e video naturalistici, ho intrapreso studi scientifici andando ad accrescere la mia curiosità, in particolare per la biologia e la fisica. Nell’adolescenza il pallone, le prime ragazze e tutto ciò che è tipico a questa età, mi hanno allontanato dalle mie passioni portandomi su altre strade. Per fortuna l’adolescenza è solo una fase temporanea della vita, le passioni latenti hanno solo bisogno di una scintilla per riaccendersi o, meglio, di un’eruzione

 

L’ERUZIONE DEL 2014

 

Agosto 2014, l’Etna era in eruzione. Casualmente mi trovavo in vacanza con alcuni amici nella zona tra Taormina e Giardini Naxos. Un bagliore rosso, lontano, causato dalla lava in eruzione, accompagnava le nostre notti in discoteca e a far festa, un segnale dal profondo della terra che mi affascinava. Giunti all’ultimo giorno della nostra vacanza siciliana decisi di ascoltare il mio istinto e salire sull’Etna. Nessuno dei miei amici volle accompagnarmi, così noleggiai uno scooter, comprai un panino per pranzo e partii. L’eruzione avveniva da un cratere nel versante nord / nord-est, così decisi di avvicinarmi più possibile raggiungendo Piano Provenzano a quota 1800 metri circa. Qui il mondo mi crollò addosso. Altri 10 km mi dividevano dall’eruzione, 10 km di salita in sentieri sterrati, con oltre 1000 metri di dislivello. Avrei potuto salire fino all’eruzione pagando 50€ e usufruendo di un grosso fuoristrada, ma non avevo con me quella somma. Farla a piedi mi pareva impossibile, avevo una t-shirt, un maglioncino, pantaloncini corti da mare e scarpe basse di tela senza calze. Ero quasi pronto a tornare indietro, sconfitto, quando intravidi un signore anziano che mangiava pane e salame vicino a dei somarelli. Chiesi a lui se poteva portarmi a vedere l’eruzione con uno dei suoi somari, ma la risposta fu negativa, i poveri animali non poteva trasportare persone così tanto in quota, inoltre il prezzo continuava ad essere proibitivo per me. Chiesi a lui consiglio e mi rispose semplicemente:

“perchè non ci vai a piedi?”

A piedi? ma non aveva visto che non avevo l’abbigliamento adatto? e poi era così lontano, avrei impiegato l’intero giorno per salire e scendere dalla montagna, tornando a casa solo a sera. Continuò a parlare e ciò che disse lo ricordo ancora oggi in modo chiaro e preciso: 

” con i tuoi piedi e la tua volontà puoi girare il mondo”

Qualcosa si sbloccò in me. in poco tempo mi trovai nel sentiero, a passo svelto salivo sulla montagna, i granelli di lava mi entravano nelle scarpe continuamente ma non ci pensavo, arrivai quasi a 3000 metri di quota superando l’osservatorio etneo e trovandomi di fronte all’eruzione. Iniziai a far foto e video col cellulare ottenendo l’unico risultato di scaricare il dispositivo e ritrovarmi isolato da tutti e tutto. Rimasi quasi due ore ad ascoltare il suono della montagna, il profondo e primordiale rumore che saliva dalle viscere della Terra. Mentre il sole calava la zona attorno a me si popolò di fotografi arrivati quassù per fotografare gli zampilli di lava durante la notte, avrei voluto restare con loro ma fui costretto a tornare indietro prima del buio. E in quella discesa mi promisi due cose: mi sarei subito comprato una macchina fotografica e avrei sempre inseguito le mie passioni anche a costo di farlo da solo, a piedi e senza soldi. Così pochi anni dopo mi ritrovai sotto un’aurora boreale, da solo, con pochi soldi ed una reflex.

Grazie al “vecchio dell’Etna”

 

OGGI

 

oggi sono un Tecnico di Radiologia medica che lavora nella sanità pubblica con la grande passione per la fotografia paesaggistica e astronomica, due generi che si uniscono nella magia dell’Aurora Polare, mio grande amore. Negli anni ho avuto il piacere di fotografare fianco a fianco ad alcuni dei più grandi fotografi paesaggisti italiani, tra i quali cito Andrea Celli e Fabrizio Fortuna, spesso miei compagni di avventure. 

Annoio a morte parenti e colleghi parlando di mitologia delle costellazioni e sciami meteorici. Non rinuncio mai al piacere di parlare di fotografia astronomica, là dove vengo invitato a farlo, raccontando tecniche e strumenti, creando tutorial gratuiti e fruibili a tutti, in particolare del software astronomico Pixinsight. 

Nel 2019, proprio pensando a Pixinsight, l’amico Roberto Sartori mi ha trascinato nell’idea di sviluppare un nuovo script, il weighet batch preprocessing, partendo da un vecchio script preesistente e così, da quell’anno, il mio nome compare sui monitor di migliaia di persone sparse nel globo, utilizzatori del più diffuso software di processing per immagini astronomiche al mondo.

Dopo varie esperienze con diverse associazioni e gruppi, astronomici e fotografaci, ho deciso di continuare da solo il mio percorso di crescita fotografica, mantenendo splendidi rapporti di amicizia con tutte le associazioni che ho avuto il piacere di incrociare negli anni.

Se tra le montagne, o nel mezzo di un bosco, vi capiterà di incontrare un uomo con una tenda gialla, intento a far foto, urlate il mio nome perchè potrei essere io!