
31 Lug NAMIBIA: Hunting the Dark
No, questo non è il classico viaggio fotografico in Africa, non ci sono leoni e giraffe, niente elefanti e gnu. Quando pensiamo ad un viaggio fotografico in Africa pensiamo sempre ad un classico Safari. Non sono stato in Namibia a cercare animali esotici nel mezzo della savana, ma a cercare qualcosa di ancora più raro da noi in Italia: il buio. Infatti la Namibia è considerata la mecca degli astrofili, al pari del Cile, essendo completamente priva di inquinamento luminoso e con un clima molto favorevole che porta ad avere in queste zone circa 300 notti serene all’anno, 300 notti di cielo limpido sotto le stelle dell’emisfero australe. Inoltre in questa nazione sono presenti delle fattorie, o meglio astrofarm, che mettono a disposizione dei loro ospiti telescopi e veri e propri osservatori per godere di questo cielo unico, dando vita ad un vero e proprio turismo astronomico.
La scelta del luogo

Hakos Guest Farm
Sono stato coinvolto in questo viaggio dall’amico FEDERICO, il quale era venuto a conoscenza di una astrofarm proprio in Namibia. Si tratta della celebre farm di Tivoli, la più nota e probabilmente quella con il maggior numero di strumenti a disposizione. Dopo un primo incontro a Ottobre 2017 tra gli interessati ci ritrovammo in tre, io, il già citato Federico, e MARCO. L’incarico di contattare la farm è toccato a me che non ho certo perso tempo a mandare una mail. la risposta da Tivoli fu quasi immediata, la farm era già al completo per tutto il 2018! Ma ormai ci era presa la voglia di Namibia, quindi mi misi subito alla ricerca di altre farm chiedendo aiuto su forum astrofili. Dal forum le risposte arrivarono copiose, e ci portarono a conoscenza di almeno altre due farm in Namibia, la Kiripotib astrofarm e la farm di Hakos, oltre ad alcuni nomi di farm cilene che per il momento non ci interessavano. La farm di Kiripotib era al completo come la precedente, mentre da Hakos ci arrivò risposta positiva per il periodo di Giugno 2018! Dopo una prima euforia venni assalito da dubbi: la farm di Hakos è quella che offre una minor scelta di strumenti, inoltre il sito non sembrava aggiornato da molto. A rincuorarmi arrivò la chiacchierata fatta con Nicola Montecchiari, autore del sito skymonster e ospite ad Hakos il quale mi fece sognare con il suo racconto. A Gennaio 2018, infine, è entrato a far parte del nostro gruppo astrofili Giacomo Bartolacci, ex ospite sia della Tivoli astrofarm che di Hakos del quale ha solo ricordi positivi. Inoltre la farm di Hakos è la più economica delle tre!
La preparazione
Di fondamentale importanza in viaggi di questo genere è la preparazione al viaggio. Il cielo australe era un cielo nuovo per me, senza un vero e proprio piano sarei stato perso. Quindi iniziai a creare già da Febbraio 2018 una vera e propria lista di oggetti da fotografare, comprensiva di orari di alzata e tramonto degli oggetti ed orario di inizio e fine degli scatti prima di passare all’oggetto successivo. Tale lavoro è di fondamentale importanza per non perdere tempo

Il mio set-up namibiano
prezioso dato il limitato numero di serate a nostra disposizione a fronte di un grande numero di oggetti. Per motivi lavorativi e personali potevamo sfruttare una sola settimana in Namibia, che al netto dei giorni di viaggio si traduceva in sole 5 notti disponibili. I contatti con la farm andavano avanti a fatica, infatti le risposte alle mail potevano arrivare anche dopo 20 giorni (consiglio vivamente di contattarli telefonicamente se ne avete la possibilità!) ma ad inizio 2018 avevamo già conferma delle nostre richieste: io e Marco ci saremmo divisi una montatura skywatcher EQ6 con un rifrattore APO William Optic 4″ e telescopio guida per le 5 notti, mentre Federico si sarebbe divertito con un altra eq6 ed un celestron C11 HD da dividere tra visuale e fotografia planetaria. Inoltre avevamo anche noleggiato un Dobson per visuale. A questo mio set up andava aggiunto un secondo set composto dal mio piccolo astroinseguitore Skywatcher Staradventures da abbinare ai miei obbiettivi canon 70-200mm f4 L e Samyang 14mm f2.8. Per evitare problemi di driver col mio pc decisi di portare la mia ccd di guida, oltre ovviamente alla Canon 6d e alla piccola Canon 1100d modificata full spectrum per le foto. Ma perchè portare le reflex e non la ccd? per colpa di un colpo di fulmine!
Fondamentale è stato anche creare una lista di tutti i cavi e accessori, ottici e meccanici, da portare per sfruttare gli strumenti noleggiati giù, vi immaginate se arrivati in Namibia non avreste potuto fotografre per mancanza di un semplice cavo? Tale lista tutto è tranne che banale, infatti si deve pensare proprio ad ogni evenienza possibile per essere preparati a tutto.
9 Giugno 2018: si parte!
Esistono diverse compagnie che volano fino a Windhoek, capitale della Namibia. La più comoda dall’Italia è sicuramente quella svolta da Lufthansa che fa scalo a Francoforte, ma i giorni dei voli non corrispondevano alle nostre esigenze. Un’altra tratta comoda è quella che da Roma porta a Windhoek facendo scalo ad Addis Ababa svolta dalla Etiophion, ma la abbiamo scartata perchè abbiamo letto troppe recensioni negative sullo scalo etiope, il rischio di non vedere il bagaglio arrivare a Windhoek è concreto e non potevamo permettercelo. Infine abbiamo prenotato con la Qatar Airways, la quale ci ha portato da Roma a Windhoek facendo scalo a Doha. Tale tratta è la più lunga delle tre ma il servizio della compagnia qatariota è ai massimi livelli, inoltre il prezzo dei voli era lievemente inferiore di quello proposto da Etiophian.

La strada per Hakos
Ovviamente il bagaglio a mano conteneva solo i beni primari, che per me sono il computer, le due reflex e gli obbiettivi, tutto il resto poteva essere messo in valigia!
Arrivati a Windhoek la signora Waltraud, titolare della farm, era lì ad aspettarci. Avevamo infatti anche prenotato il trasferimento verso la farm, data la non propria vicinanza. Per raggiungere Hakos sono infatti necessarie due ore e mezzo di viaggio su strada bianca attraverso spettacolari paesaggi popolati da antilopi, facoceri e babbuini. Ma la cosa importante è che in queste due ore e mezzo non abbiamo avvistato nemmeno un villaggio, solo qualche farm isolata, prive di lampioni o simili. Volevamo l’assenza di inquinamento luminoso, era chiaro che eravamo nel posto giusto.
La Hakos guest Farm
La Hakos guest farm si trova in una zona montuosa nella regione di Komas, a circa 1800 metri di altezza. E’ stata costruita dal padre della signora Waltraud, figlio di coloni tedeschi. La farm è autosufficiente dal punto di vista elettrico grazie agli impianti fotovoltaici e alla presenza di due pale eoliche. In essa sono presenti svariati osservatori fissi e circa 5 colonne sulle quale montare altrettante montature. L’orizzonte è praticamente sgombro in ogni direzione, essendo essa sulla cima di una collina, verso sud-est è possibile mirare la sagoma del celebre monte Gamsberg, del quale vi parlerò più avanti. Qui vi è la sede dello IAS, l’Internationale Amateur Stenwarte, che tradotto dal tedesco non è altro che l’osservatorio amatoriale internazionale del quale abbiamo conosciuto alcuni membri che ci hanno fatto fare un giro per l’osservatorio, anche di questo vi parlerò poi perchè merita una citazione particolare.
La Namibia è rimasta molto legata alla Germania, tanto che la maggior parte degli ospiti qui sono tedeschi e nella farm si accetta anche pagamenti in Euro. La cucina è ottima, fatta di ingredienti del posto cucinati alla tedesca. Abbiamo assaggiato carne di Orice, di Kudu e di Zebra, ma su tutte spiccano per bontà le polpette di antilope! Può sembrare strano mangiare certi animali, ma essi sono per loro quello che per noi può essere un maiale o un vitello.

La Farm poco prima del tramonto
Arrivati nel primo pomeriggio ci siamo da subito messi al lavoro per la prima notte, infatti essendo inverno qui il sole tramonta presto, verso le 18:20 e già dalle 19:30 è buio astronomico. Sinceramente mi aspettavo di trovare già le montature pronte e stazionate, invece tutti gli strumenti dovevano ancora essere presi dal magazzino. La cena inizia alle 18:00, molto presto, proprio per lasciare agli astrofili l’intera notte libera. Durante la notte viene lasciato caffè, the caldo e dolcetti nella sala da pranzo per gli astrofili che si vogliono riscaldare, infatti le temperature nel periodo di Giugno scendono fino a 2/3 gradi, mentre di giorno si mantengono sui 25°. L’umidità, sempre bassa, nella settimana del nostro soggiorno si manteneva su valori compresi tra 20 e 35%.
La prima volta sotto questo cielo
Nella sala dove vengono serviti i pasti ci sono delle bellissime pareti a vetri in direzione del tramonto, così mentre mangiavamo la prima cena abbiamo potuto godere di uno spettacolo unico con un tramonto rosso fuoco. La cena si è dilungata più del previsto o, più probabilmente, ci è sembrata lunghissima vista la voglia che avevamo di uscire sotto quel cielo tanto sognato. E quando è giunto finalmente il momento sono rimasto letteralmente a bocca aperta! Nonostante ancora non fosse buio astronomico la via lattea era già perfettamente evidente, stelle e costellazioni mai viste si mostravano a me. Ma quale è la prima cosa che ha catturato la mia attenzione? Incredibilmente tra le tante cose luminose e visibili sono stato rapito dall’oscuro sacco di carbone, un buco nero nel mezzo della via lattea, un contrasto netto che mi ha subito rapito! Poi il centro galattico, con le zone chiare e scure mai viste così nette. Solo dopo alcuni minuti di stupore mi son ricordato delle nubi di Magellano così subito le ho cercate e l’aspettativa è stata ripagata: enormi e ben visibili nonostante la bassa altezza sull’orizzonte! E ancora la Croce del Sud, le luminose stelle del Centauro, La nebulosa della Carena che già ad occhio appariva enorme e brillantissima, omega centauri perfettamente visibile, ed infine la zona di m7 che spiccava su tutto il resto come una faro. Impossibile non restare affascinati, tanto che i tempi per montare tutta la nostra attrezzatura si sono dilatati enormemente causando ritardi sul programma che in quel momento è passato in secondo piano: ad ogni movimento i miei occhi si alzavano al cielo per restarci diversi minuti.

Milky Way mosaic
Lo stazionamento al SUD
La nostra prima cena è stata in parte rovinata dalla scoperta che il signor Fiedhelm, marito di Waltraud, non è in grado di stazionare precisamente le montature verso il polo sud! Stazionare a sud è complicato per tutti, figuriamoci per tre ragazzi appena giunti dall’Italia. In nostro aiuto è giunto uno dei membri dello IAS il quale ci ha stazionato le due montature con l’aiuto di un pole master. Questo però ha creato un ulteriore ritardo sul programma della prima notte. Stazionata la montatura in pochi minuti l’ho connessa a cartes du ciel con eqMod, sistemato la ccd guida nel telescopio, attaccato la Canon 6d al telescopio principale e connesso il tutto al pc. Pronto a partire!
Mentre questo set up principale era avviato al lavoro ho tentato anche di stazionare, sta volta autonomamente, la piccola staradventures rendendomi conto che si può studiare sulla carta anche per mesi, ma in pratica è veramente difficile inquadrare sul cannocchiale polare quelle maledette 4 stelle dell’Ottante! Con calma e pazienza, aiutandomi con le stelle dell’Idra e con la piccola nube di magellano, sono riuscito a trovare le stelle giuste e stazionare in circa 30 minuti.
Prima notte, prime foto
Il primo oggetto puntato col telescopio è stato l’ammasso NGC 4372 con la vicina Doodad dark nebula. E col primo scatto ho capito subito che le cose sarebbero andate peggio del previsto. Infatti il William Optic 4″ non è affatto corretto fino ai bordi, presenta un evidente coma che sul sensore full frame della 6D si traduceva in stelle molto allungate ai bordi. Il correttore di coma non era disponibile, e questo per nostra negligenza perchè durante i mesi precedenti ci siamo dimenticati di indagare a riguardo. Inutile piangere sul latte versato, così si parte con le foto, 21 scatti da 4 minuti a 1600 iso su questo soggetto.

doodad nebula and NGC 4372
Per il secondo ed ultimo target della sera si sposta il telescopio nella zona di Rho Ophiuchi, in particolare sulle nebulose a riflessione IC 4603 e IC 4604, 24 scatti da 5 minuti, 1600 iso. Finiti gli scatti era già tempo di lasciare lo strumento a Marco che lo avrebbe usato nella seconda parte della nottata, non prima però di aver fatto i flat!

IC 4603 and IC 4604
Essendo la notte ancora lunga ho messo al lavoro anche la Staradventures con la Canon 1100d modificata full spectrum e lente Canon 70-200 f4L iniziando con un grande campo a 70mm in una zona di via lattea tra le nebulosa della carena (NGC 3372) e la running chicken (IC 2944), 31 scatti da 2′ a 800 iso. La zona comprende molti altri oggetti tra cui il noto ammasso aperto NGC 3532 chiamato anche “Pozzo dei desideri”, l’ammasso IC 2602 meglio noto come Pleiadi del Sud, e gli ammassi NGC 3766 e 3572.

Eta carine and running chicken nebula (NGC 3372 and IC 2944)
Poi altro grande campo sempre a 70mm sulla zona del Sagittario, centrando il pianeta Saturno (42X2′ iso 1600), un campo ricco di nebulosità tra cui spiccano m8, m16, m17 ed m20 e gli ammassi m23, m25 ed m28.

Saturn in Sagittarius
Per finire la prima notte un grandissimo campo a 14mm f2.8 smepre con staradventures e Canon 1100d sul bulge galattico (32X2′ iso 800)

Milky way
Seconda notte
La seconda notte è stata la più proficua della settimana. Avevo il telescopio tutto per me, già stazionato dalla sera precedente e con l’attrezzatura già pronta. Inoltre il giorno abbiamo avuto modo di riposarci dal lungo viaggio e dalla lunghissima prima notte, quindi le premesse per una grande serata c’erano tutte! la reflex scelta per l’occasione è stata la 1100d modificata full spectrum che avendo un sensore aps-c, più piccolo del full frame della 6d, rendeva anche meno evidente il coma del telescopio. Appena si è fatto buio ho subito puntato la nebulosa Tarantola (NGC 2070) e la zona limitrofa sulla Grande Nube di Magellano, avevo poco più di un’ora buona dato che l’oggetto si abbassava verso l’orizzonte. Ne sono risultati 17 scatti da 4 minuti a 1600iso, tali scatti sono stati uniti ai 18 scatti ripresi la quarta sera da Marco sullo stesso campo.

Nebulosa Tarantola (NGC 2070)
Non può mancare la foto alla nebulosa della Carena (NGC 3372), la nebulosa più brillante dell’intera volta celeste, talmente grande da uscire fuori dal campo inquadrato a questa focale, così luminosa che ho dovuto eseguire esposizioni multiple per evitare di bruciarne il nucleo (10×1′; 34×3′; 5×4′ tutte a 1600 iso)

NGC 3372
A seguire 37X5′ a 1600 iso su NGC 6193, un ammasso molto particolare circondato da nebulose di ogni tipo (NGC 6188). Si trovano infatti zone a riflessione e zone ad emissione oltre a diverse zone scure.

NGC 6188 and NGC 6193
Per concludere la serata ho puntato il telescopio in direzione del centro galattico, in particolare nella zona dell’ammasso M7 (26×3′ iso 1600). Questo spettacolare ammasso aperto si trova in una zona densissima di stelle che fanno da tappetto all’ammasso, in netto contrasto con alcune piccole zone di nebulostià scura. Peccato che l’effetto sia in parte rovinato dal coma ai bordi già descritto in precedenza.

m7 open cluster
Solita staradventures in funzione con la canon 6d ed il fantastico 70-200 f4 L, primo grande campo nella zona della croce del sud e del sacco di carbone (42X2′ iso 1600). Ben visibile anche l nebulosa Running Chicken, le pleiadi del sud, la nebulosa oscura doodad e l’ammsso NGC 4372.

southern cross, coalsack nebula and running chicken nebula
Altro campo nella zona tra Sagittario, Ofiuco e Scorpione per riprendere le nubi oscure che formano il cavallino nero e la zona di rho ophiuchi (67X2′)

rho ophiuchi cloud complex
A conclusione della fantastica nottata 55 scatti sempre da 2 minuti sulla piccola Nube di Magellano ed il vicino ammasso 47 Tucanae (NGC 104).

small magellanic cloud and 47 Tucanae
In visuale con il C11
Tra uno scatto e l’altro il c11 che Federico usava per fotografia planetaria veniva spesso usato per l’uso visuale, in particolare sui pianeti.

Celestron C11 HD
Ricordo in modo particolare i primi occhi su Saturno, l’immagine ferma, immobile, la divisione di cassini netta, turbolenza quasi assente. La calotta polare di Marte distinta, impossibile rendere giustizia a Giove con una descrizione. Il nostro stupore è divenuto incredulità quando un ospite della farm dopo aver guardato il cielo ci ha detto che il seeing non era molto buono in quelle sere, impossibile da credere per me che non avevo mai visto una turbolenza atmosferica così bassa. Ma non si sbagliava e ne abbiamo avuto la prova nelle sere successive. Anche sul deep sky questo tubo se l’è cavata alla grande, ci ha introdotto egregiamente alle meraviglie del cielo australe, ma nessuno poteva immaginare quello che avremmo visto l’ultima notte…
Terza notte
In questa notte la stardaventures è stata tenuta a riposo, solo un grande campo sempre con la 6d e solito obbiettivo 70-200 Canon nella costellazione della Corona Australe nel tentativo di evidenziare la grande nebulosa oscura proprio qui presente (53X2′ iso 1600).

corona australis
Il resto della notte ho usato la 6d per riprendere vari scatti in TimeLapse. Mentre la 1100 è stata impegnata tutta la notte sul telescopio, inizialmente sulla nebulosa NGC 3576, chiamata anche nebulosa Statua della Libertà dato che forma una figura molto simile alla nota statua americana (25X5′ iso 1600)

Nebulosa statua della libertà (NGC 3576)
Poi due soggetti entrambi sul Centauro: per primo il bellissimo ammaso Omega Centauri NGC 5139 (9X30″; 22X3′ iso 1600)

omega centauri (NGC 5139)
e subito dopo la spettacolare galassia NGC 5128 Centaurus-A (23×4′ iso 1600)

Centaurus A (NGC 5128)
A conclusione 19 scatti da 4 minuti sulla nebulosa zampa di gatto (NGC 6334) nello Scorpione, facile capire perchè viene chiamata così!

NGC 6334
Quarta notte
Purtroppo il telescopio e la montatura sono passati in mano a Marco, quindi la staradventures è stata messa al lavoro tutta la notte. inizialmente ho prestato questo piccolo astroinseguitore a Federico, in cambio ho potuto usare a piacimento il c11 ed ho pure tentato di scattare sulla nebulosa tarantola a piena focale con brevi scatti da 30″ con pessimi risultati. Poi, tornato in possesso in possesso della montaturina, ho iniziato con 45 scatti da 2 minuti con la 1100d sulla zona delle nebulose zampa di gatto (NGC 6334) e guerra e pace (NGC 6357) nello Scorpione, ben evidenti anche gli ammassi m6 ed m7.

NGC 6357 and NGC 6334
A seguire LA foto, quella che sognavo ta tempo. Sono letteralmente innamorato della zona di cielo tra Scorpione Sagittario e Ofiuco, in particolare delle nebulose attorno a rho ophiuchi e della nebulosa testa di cavallo blu (IC 4592). Così ho sfruttato questo bel cielo per poterla immortalare. 65 scatti da 2 minuti a 1600 iso con la 6d, purtroppo la reflex non modificata mi ha catturato poco rosso, potevo usare la 1100d modificata ma la 6d è impareggiabile nella gestione del rumore anche ad alti iso e come gamma dinamica.

Rho ophiuchi cloud
Il resta della notte l’ho dedicato ai TimeLapse.
Quinta ed ultima notte
Non potevo andarmene senza una foto a grande campo della grande Nube di Magellano. Purtroppo però mi sono dimenticato la Canon 1100 impostata con scatti da 30″, accorgendomene solo al dodicesimo frame. Ne sono così risultati 12 scatti da 30″ e solo 3 da 2′, tutti a 1600 iso, poi la nube si è abbassata troppo per riprenderla in modo corretto.

Large Magellanic Cloud
A seguire uno scatto sempre con la 1100 sul centro galattico, proprio in direzione del buco nero che risiede al centro della nostra via lattea. Ben visibili le nebulose m8, m20, NGC 6334, NGC 6357, oltre agli ammassi m6, m7 ed NGC 6281.

Galattic bulge
La serata si è conclusa con un’abbondante colazione alle ore 7:00 mentre le reflex fuori finivano gli ultimi scatti. Abbiamo poi spento e smontato il tutto, riponendo gli strumenti direttamente in valigia perchè alle 7:30 ci aspettava il signor Friedhelm per riportarci all’aeroporto di Windhoek. Era già ora di tornare a casa!
Quel mostro da 60 cm
L’ultima notte abbiamo avuto l’enorme fortuna di poter usare un Dobson da 60 cm con un bellissimo set di 6 oculari Tele Vue da 31mm fino a 6mm. Con questi strumenti e con questo cielo non potevano mancare le emozioni! Immergersi in omega Centauri è stata un’esperienza unica, evidenziando le leggere differenze cromatiche tra le stelle che lo compongono. La nebulosa della carena appariva tridimensionale, con un netto confine tra profondo cielo e nebulosità, la zona dell’omuncolo sembrava fuoriuscire dall’oculare tanto che veniva quasi la tentazione di allungare la mano nel tentativo di toccarla. I filamenti neri della nebulosa trifida apparivano netti come in foto ed anche la zona azzurra della nebulosa non mi è mai parsa così evidente. Che dire poi della Laguna? Semplicemente un tappeto di stelle e polveri. Impressionante l’ammasso 47 tucanae, col suo centro molto più denso di stelle di Omega Centauri e di un colore molto più vivo e acceso. Spettacolari anche le galassie: Centaurus A è difficile da descrivere, la galassia spillo NGC 4565 occupava tutto il campo in diagonale, e su tutte l’impressionante visione di m51! Si, m51, una galassia che si può pensare di poter osservare meglio dalle nostre latitudini, non l’ho mai vista così bella e nitida, con le sue spirali ben visibili e ipnotiche. Tra un’oggetto e l’altro davo sempre una sbirciatina alla nebulosa Tarantola, un groviglio di polveri in una zona ricca di molte altre nebulosità, che oltre ad apparire meravigliosa ti lasciava incredulo al pensiero di guardare dentro un’altra galassia. In un’ora scarsa avrò osservato questa splendida zona almeno 4 volte. Questi sono solo alcuni dei molti oggetti osservati da questo magico cielo e con questo Dobson magnifico. Credo quella notte di aver ripetuto allo sfinimento la frase “pare una foto”, ma è la realtà delle cose, il modo più semplice per esternare lo stupore, oggetti così nitidi e dettagliati da far invidia ad alcune foto, ma molto più affascinanti, come solo la visione ad occhio può essere.

Milky way from Namibia
Il Gamsberg
Il Gamsberg è la terza montagna più alta della Namibia, resa celebre dalla sua forma peculiare: in tempi antichi la cima di questa montagna e’ crollata andando a formare una sommità perfettamente pianeggiante. Questo plateau posto a 2347 metri s.l.m ha un’area di 2,3 Km quadrati. Nonostante sia molto vicino alla farm di Hakos in linea d’aria il viaggio per arrivare sulla sommità ha richiesto circa 2 ore e mezzo a causa della strada fortemente dissestata. Nella prima ora di viaggio si attraversa la savana su strada per lo più pianeggiante, non mancano gli avvistamenti di una gran quantità di animali come antilopi, Kudu, branchi di zebre e struzzi. Presenti in questa zona anche alcuni esemplari di rinoceronti. Il divertimento vero e proprio inizia con la lunga ascesa al Gamsberg, la strada si fa stretta e tortuosa, l’ultimo chilometro presenta pendenze tra il 30 e 40%, per guidare su certe strade bisogna avere sangue freddo e molta abilità.

Kudu
Il panorama che si presenta da quassù ripaga pienamente lo scomodo viaggio, l’aria limpida e priva di umidità permette all’occhio di perdersi nell’orizzonte. Da un lato della montagna si ha una visuale incredibile sulle montagne della regione di Komas, su Hakos e sulla pianeggiante savana, mentre dal lato opposto, verso ovest, si riesce a vedere distintamente il deserto del Namib a circa 100km di distanza.

la cima piatta del Gamsberg, all’orizzonte le montagne di Komas
Sulla cima sono presenti i due osservatori dello IAS ed altre strutture ad esse satelliti, come una casa con cucina, bagno e due brandine per gli astronomi che decidono di passare qui alcune notti. La sommità è di proprietà del Max Planck Institute e per accedervi abbiamo dovuto ottenere speciali permessi. Fu proprio il Max Plank Institute a “scoprire” questo sito nel 1970, fu da subito evidente che la quasi nulla turbolenza dell’aria unita all’umidità sempre molto bassa rendeva questo luogo eccellente, nonostante la minor altezza esso è paragonabile ai più celebri siti di La Palma o delle Hawaii. Fu pensato di costruire proprio qui un Very Large Telescope, ma al tempo era già in progettazione quello cileno di Atacama e fu abbandonato il progetto ma non il luogo, infatti il Max Planck Institute ha supportato la costruzione qui dei due osservatori dello IAS, costruiti nel 2010, e ancora oggi ne detiene la proprietà. Osservatori che abbiamo potuto visitare dopo il pranzo al sacco con vista mozzafiato.
E se la salita al Gamsberg è stata un’impresa, la discesa non è affatto da meno! Non sono mancati i brividi!
Lo IAS
L’Internationale Amaterur-Sternwarte ( osservatorio amatoriale internazionale) ha base proprio qui, alla farm di Hakos. Il gruppo nasce nel 1999, sponsorizzato dal Max plank Institute e ad oggi conta circa 90 membri provenienti da Austria, Belgio, Francia, Germania, UK, Svizzera e Namibia. Nel periodo del nostro soggiorno erano presenti 4 membri dello IAS provenienti dalla Germania e qui per svolgere lavori di manutenzione, essi ci hanno concesso un giro tra il bellissimo complesso dell’osservatorio. Inoltre siamo stati invitati a farne parte, nessuno dei membri è infatti italiano e sarebbe stato bello essere i primi! Tutti sono i benvenuti all’interno dello IAS, per farne parte basta pagare una quota annua, poco superiore ai 1000€, con la quale si diventa membri e si può usufruire da remoto di tutti i fantastici strumenti presenti in osservatorio. Non solo, una volta membri si ha diritto a 2 settimane all’anno qui in osservatorio, fisicamente presenti e non da remoto, con libero accesso a tutte le strutture, al costo di soli 20€! Ovviamente essendo molti i membri queste settimane vanno prenotate con anticipo di circa 6 mesi. Una volta all’anno, infine, si tiene la riunione dello IAS in Germania. Se mai arriverò alla pensione potrei davvero farci un pensierino, sperando di essere sempre il primo italiano nello IAS!
Ma quali sono gli strumenti qui a disposizione? La struttura è molto grande ed ospita diversi telescopi tra cui:
_ 51 cm Cassegrain utilizzabile in doppia configurazione a f9 (4500mm di focale) o a f 3 (1500mm) su montatura a forcella.
_51 cm newtoniano su montatura all’inglese, perfetto per la fotografia grazie al correttore di coma che rende un campo corretto fino a sensori full frame, utilizzabile sia a f3.7 che a f2.8.
_51 cm Ritchey-Chretien su montatura equatoriale alla tedesca.
_ Celestron C14 su montatura equatoriale alla tedesca 10 micron.
_ Celestron C11 su montatura equatoriale alla tedesca.
_ Takahashi Epsilon 160 posto nella cupola piu’ piccola del complesso.
La struttura è fornita di un supplemento energetico grazie ai pannelli solari che la renderebbero, in casi di emergenza, autonoma dalla farm. Vi sono anche diverse piccole stanze, tutte con tetto apribile, che i membri possono sfruttare con la loro strumentazione privata, tanto che alcuni ne hanno fatto degli osservatori remoti privati.
Ma non finisce qui, infatti lo IAS dispone di altri due spettacolari osservatori posti sulla sommità del monte Gamsberg dotati di un 40 cm newtoniano hypergraph perfetto per le foto, utilizzabile a f8 o a f3, e di un mostro da 71cm f4.4 usato per lo più in visuale.
Vi ho fatto venire voglia di iscrivervi allo IAS? Sul loro sito potrete trovare maggiori informazioni se interessati!
Cosa rimane
L’esperienza sotto il cielo namibiano è stata tanto breve quanto intensa. Rimangono perciò molte cose ancora da vedere, molti oggetti ancora da immortalare e di sicuro molti ricordi ed emozioni. La farm di Hakos non offre molti servizi che i normali turisti cercano, ma per gli astrofili è un posto magico dove vige un rispetto enorme per il cielo notturno, dove ogni ospite sa come comportarsi e muoversi di notte, dove non troverete mai una luce lasciata accesa, dove tutti parlano la solita lingua: quella delle stelle.
Purtroppo una piccola critica devo muoverla nei confronti dei titolari. Una maggior attenzione agli strumenti, con regolare pulizia e manutenzione, renderebbe molto felici coloro che , come noi, noleggiano gli strumenti della farm. abbiamo avuto la sensazione che non siano molti a usufruire di tali strumenti che vengono un pò troppo trascurati. In particolare mi sarei aspettato di trovare gli strumenti già pronti e puliti dato che li avevamo noleggiati mesi prima. Se deciderete di passare qui delle notti con strumenti non vostri ma noleggiati dalla Farm assicuratevi di avere tutto quello che vi serve e prendetevi del tempo per rimettere al meglio gli strumenti.
Tra i momenti che rimarrano sempre nella mia mente c’è sicuramente quello della cena: la cena è un momento di bellissima condivisione, dove siamo tutti seduti attorno allo stesso tavolo a parlare, senza Tv, senza telefonini, solo i nostri racconti ed i nostri sorrisi. 3 italiani, 4 tedeschi, 2 namibiani, 3 sudafricani e 2 dal Botswana che parlano di fronte ad un tramonto rosso fuoco in attesa della magia della notte. Ho sempre pensato che non si è astrofili senza essere anche filosofi, e qui, tanto diversi ma tanto uguali e piccoli sotto a questo cielo, ne ho avuto la prova concreta.
Rimangono diversi giga di foto da elaborare. In solo 5 giorni ho scattato 2957 foto tra deepsky e timelapse. Ad essi vanno aggiunte quelle scattate di giorno, i singoli scatti fatti di notte, oltre a tutti i Bias, Dark e Flat!
Rimane la bellezza del cielo impressa nella mente. Le prime volte che ho riguardato il cielo da casa ho cercato Antares in alto allo Zenith ritrovandomelo basso basso all’orizzonte, confuso tra le luci di Arezzo. Della via Lattea solo un accenno nelle serate migliori, ma di migliore capisci che hanno ben poco.
Rimane, anzi aumenta, la voglia di astronomia, di fotografia, di portare il mio sguardo sempre più lontano verso l’orizzonte e tra le stelle.
E di tutti gli scatti in timelapse cosa rimane? un video di soli 2 minuti, veloce come la mia permanenza sotto questo cielo, che non mi stancherò mai di riguardare!

Io, Marco e Federico sulla cima piatta del Monte Gamsberg
Marco e Federico
A conclusione di questo racconto voglio mostrarvi le foto dei mie due compagni di viaggio. Purtroppo le bellissime immagini deepsky di Marco sono ancora in forma grezza nel suo hard disk, ma posso già mostrarvi gli spettacolari pianeti ripresi da Federico

Giove

Saturno e Marte